Rinascimento

Le Origini

Pandolfa è un luogo ricco di storia, il cui inizio si perde tra racconti di cavalieri, intrighi e battaglie. Il nome Pandolfa sembra che provenga da Pandolfo Malatesta, signore di Fano, che stazionò con le sue truppe in questi luoghi prima di saccheggiare, nel 1436, il castello di Fiumana. Pandolfo è stato uno dei più audaci condottieri militari di sempre, ma anche fine amante delle arti, e il ritratto che ne fece Piero della Francesca nel 1451, è rimasto un’icona del tempo, oggi esposto al Louvre di Parigi.

I Marchesi Albicini

Dal 1626 al 1941, i proprietari della Pandolfa furono i Marchesi Albicini, un nobile casato con ambizioni aristocratiche, sostenitori dell’arte, abili nella “magnifica ospitalità” riservata ad artisti, poeti e uomini illustri e nella produzione agricola. Poeti come Carducci e Pascoli furono più volte ospitati dai Marchesi alla Pandolfa e lo stesso Carducci  definì la Villa “costruita per l’eternità”.

La Storia della Famiglia

Nel 1941 la proprietà passa a Giuseppe Ricci, imprenditore di Forlì. Negli anni della Seconda guerra mondiale, la storia della Pandolfa cambia di segno e si trova al centro delle tragiche vicende della guerra: occupata dai tedeschi e poi attaccata dalle truppe polacche, mentre nelle sue cantine trovarono rifugio tantissimi sfollati.

Ritornata la pace, negli anni Cinquanta, Giuseppe Ricci inizia i lavori di rinnovamento della Villa e a ripensare anche alla produzione agricola. Acquista due poderi adiacenti e impianta nuovi vitigni di Sangiovese, Trebbiano e Albana.

Alla morte del Ricci nel 1980, è la figlia Noelia, che ha ispirato il progetto vitivinicolo Noelia Ricci, a intuire per prima il potenziale di questi pendii e, spinta da una forte visione, inizia a piantare nuove vigne e ad avviare i lavori di costruzione della cantina.

La Pandolfa è ancora di proprietà della nipote di Giuseppe Ricci, Paola Piscopo, che ha impiegato tutto il suo entusiasmo per ridare alla Tenuta un ruolo importante nel territorio.

Oggi è il figlio, Marco Cirese – quarta generazione – che ha preso in mano questa storia, con l’intento di fare dell’azienda un luogo di eccellenza, in un costante dialogo con le tradizioni di questi luoghi e dei vitigni autoctoni.

Siamo pronti a vivere un secondo Rinascimento.